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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

DONI D'AMORE, perché amo questa visita guidata.

Amo molto il museo del Bargello , da cui ogni volta esco con una conoscenza in più, un dettaglio in più che mi ha colpito. Per caso un giorno, cercando materiale su deschi da parto (eh?? cosa sono??) e Madonne del parto, un catalogo mi ha "chiamato": un catalogo che si riferiva a una mostra svizzera in cui erano pure presenti vari oggetti del nostro museo fiorentino. E così me ne sono innamorata ed è nata questa visita guidata al Bargello: Doni d'amore , appunto. Ti racconto una storia che sembra lontana anni luce dalla realtà odierna delle donne di oggi. Le nostre antenate di qualche secolo fa conducevano una vita non semplice, fatta di obblighi e di doveri, e che recitavano la parte della "merce" di scambio in caso di matrimonio, in cui si stipulava un contratto tra uomini, padre e futuro marito, con dote e regali simbolici, e suggellato con una stretta di mano (da qui il termine impalmare ). In un'epoca in cui addirittura si emanavano

UN SAFARI URBANO, ma senza animali!

“Guarda Mariagrazia, qualcuno ha pasticciato la statua di San Giovanni!”; “Qui hanno attaccato mille lucchetti!….” Basta poco e il nostro Safari urbano (con la regia e l'entusiasmo di Deborah Croci, travel designer ) si rivela per quello che è: andiamo a caccia dei birboni che hanno rovinato le cose di tutti , il nostro patrimonio. Durante i Safari che propongo ai bambini per scoprire la città attraverso i loro occhi e la loro fantasia, niente segreti o misteri da svelare.  Il mio compito è quello di prenderli per mano e iniziare ad imparare a parlare la lingua di Firenze, il cui alfabeto è fatto di pietre, fontane, monumenti e palazzi. Noi che viviamo in città ci passiamo in mezzo ogni giorno e quasi non ci rendiamo più conto. Perché i lampioni hanno le zampe leonine? Hai mai notato che le pietre delle strade sono scolpite in obliquo o sai che ognuna di esse si chiama in modo diverso? Mentre passeggiamo inevitabilmente i bimbi notano mozziconi, graffiti,

Una maschera agli Uffizi

Benvenuto Carnevale! Oggi voglio parlarvi di una maschera che si trova agli Uffizi. C'è infatti una piccola tavola, che in termini tecnici è detta "coperta" di ritratto (perché nascondeva il quadro vero e proprio), in cui è raffigurata una maschera con una scritta in latino: «Sua Cuique Persona» («A ciascuno la sua maschera»). Non siamo sicurissimi dell'identità del pittore che l'ha dipinta e nemmeno del quadro che copriva. Certo è che è un'allegoria e che molto probabilmente copriva un ritratto. Così come la maschera nasconde la nostra vera anima , così questa coperta nascondeva il quadro che poteva essere magari svelato solo in alcune occasioni e solo da alcune persone. Era una pratica comune, che ritroviamo anche nelle chiese dove le opere degli altari venivano coperte e svelate solo nelle celebrazioni importanti. Succede tuttora per esempio con la Madonna dell'Impruneta. A ciascuno la sua maschera, quindi! Sarebbe meglio non averne e m